LABANOF - Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense - Sezione di Medicina Legale - Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute - Università degli Studi di Milano

LABANOF - ARCHEOLOGIA

Ricostruire il passato attraverso i resti di chi l'ha vissuto.

Fosse comuni e i morti delle guerre


Il Laboratorio si occupa anche dello studio antropologico e patologico di scheletri rinvenuti in fosse comuni. In tali casi il recupero del materiale osteologico necessita di una peculiare attenzione per poter individuare correttamente i differenti gruppi di individui, riconoscere, per quanto possibile, le ossa appartenenti ad un medesimo soggetto e ricostruire la sequenza di sepoltura. Gli scheletri vengono poi sottoposti alle consuete indagini antropologiche e patologiche, al fine di ricostruirne il profilo biologico e di individuare i segni riferibili a malattie e ad attività occupazionali.

La presenza di fosse comuni in epoca antica è spesso correlabile ad eventi di tipo epidemico, che richiedevano uno smaltimento rapido dei cadaveri. Un esempio in tal senso è rappresentato da una fossa comune rinvenuta in viale Sabotino a Milano, risalente all’epoca della peste descritta dal Manzoni ne “I Promessi Sposi”. Dallo studio dei reperti ossei rinvenuti in questa fossa è emerso il quadro di una popolazione eterogenea per sesso ed età. Inoltre, è stato possibile ricavare elementi utili per ricostruire la vita dell’epoca e i presidi sanitari messi in atto dalle autorità del tempo. Ad esempio, uno scheletro mostrava segni di craniotomia, un intervento comunemente eseguito in corso di esame autoptico o anatomico, il che denuncia l’uso di tale pratica in epoca moderna a scopo di controllo sanitario o di studio scientifico.

Insieme a Paolo Galimberti del Servizio Beni Culturali della Fondazione IRCCS "Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico" di Milano, il Laboratorio partecipa alllo studio del sepolcreto dell’Ospedale Maggiore di Milano (in uso nei secoli XV-XVII). Si tratta di un progetto di ricerca, iniziato nel 2009 con Folco Vaglienti e ripreso nel 2018 con Fabrizio Slavazzi, di particolare rilevanza: nel sepolcreto sono state infatti ritrovate tracce di numerose sepolture collettive che costituiscono un eccezionale archivio biologico (circa 15000 salme secondo una stima approssimativa). I dati antropologici consentiranno di avere a disposizione dati di preminente interesse per la storia della medicina, della salute e dell’alimentazione, per la farmacologia, per la biomedicina e per la città di Milano. Questi potranno potranno essere incrociati e confrontati con quelli documentari contenuti nei registri del Mortuorum Liber.

Inoltre il laboratorio studia gli scheletri dei morti delle guerre mondiali in collaborazione anche con la Soprintendenza di Trento (dott. Nicolis e dott. Daniel Gaudio) e delle foibe carsiche (in collaborazione col dott. B. Pologrillo). Nei prossimi mesi inizieranno gli esami antropologici dei partigiani fucilati a Verbania e sepolti senza nome, grazie ad un accordo con i comuni di Verbania e Baveno e la Casa della Resistenza.

cripta