LABANOF - Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense - Sezione di Medicina Legale - Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute - Università degli Studi di Milano

LABANOF - FORENSE

Lo scheletro al servizio della giustizia

ESAME DEI RESTI UMANI E AUTOPSIA


Il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense effettua su resti umani e cadaveri particolarmente compromessi (decomposti, carbonizzati, depezzati) per conto di diverse Procure della Repubblica in Italia, in Svizzera (Canton Ticino), Francia e UK. In tutte queste evenienze l’alterazione strutturale spesso grave a carico dei tessuti riduce le capacità diagnostiche delle comuni metodiche di indagine medico legale, sia per quanto riguarda l’accertamento dell’epoca che della causa di morte, e pertanto richiede un approccio di tipo multidisciplinare, supportato da indagini di laboratorio più sofisticate e dal connubio delle diverse scienze forensi. In tali casi l’autopsia deve essere preceduta da approfondite indagini di diagnostica per immagini effettuate con l’ausilio di metodiche radiologiche convenzionali ed esami TAC; vengono inoltre sfruttate le più moderne tecniche di radiologia “microscopica”, quali la microTAC, che consentono di effettuare una visualizzazione e misurazione più precisa delle strutture biologiche e delle lesioni eventualmente riscontrate.
L’indagine forense poi continua al tavolo settorio, ove dovranno essere presenti e attivi fin dalle prime fasi dell’esame autoptico i diversi specialisti delle scienze forensi via via chiamati in base alle particolari esigenze del caso (entomologi, botanici, palinologi, geologi, balistici, merceologi etc.) al fine di rispondere in merito ai vari quesiti riguardanti l’epoca della morte e cause e modalità del decesso.
In tale fase viene effettuata un’operazione di campionamento ed analisi del materiale naturalistico eventualmente presente sul cadavere, che poi sarà sottoposto ad indagini più approfondite nei diversi laboratori di competenza. Soltanto alla fine di tali investigazioni si potrà quindi procedere all’autopsia vera e propria con sezione del corpo ormai “spogliato” dei segni eventualmente presenti della contaminazione ambientale.
L’autopsia poi continua e si completa spesso nelle settimane successive in laboratorio ove è necessario effettuare un’indagine stratificata dei vari tessuti talvolta con pulitura fino allo scheletro alla ricerca di lesioni altrimenti non visibili.
Anche in tal caso, sui tessuti duri l’esame morfologico inizia dall’osservazione macroscopica per poi spingersi al microscopico tramite le metodiche ottiche, stereomicroscopiche convenzionali e elettroniche a scansione.
Si garantisce così attraverso una fitta rete di collaboratori un percorso di indagine completo e dettagliato dei resti umani dal momento del rinvenimento allo studio dei segmenti ossei, coordinando gli approfondimenti da parte di professionisti vari, allo scopo di trarre un’indicazione sull’epoca, causa e modalità di morte.

EPOCA DELLA MORTE E TAFONOMIA
Il primo obiettivo in caso di recupero di resti umani consiste nella determinazione del PMI (post mortem interval), ambito di indagine forense tradizionalmente caratterizzato da innumerevoli difficoltà e limiti di precisione della stima, ancora più evidenti nel caso di cadaveri in avanzato stato di decomposizione.
Il Laboratorio è impegnato nella ricerca e sviluppo delle metodiche di stima dell’epoca della morte, sia su cadavere fresco (tramite il rilevamento della temperatura del cadavere ed ambientale) che su materiale decomposto, ove ai limiti indotti dall’elevata variabilità del processo di decomposizione si contrappone il prezioso apporto delle scienze afferenti, quali l’entomologia e la botanica forensi che studiano le modalità di colonizzazione del cadavere da parte rispettivamente degli insetti e della flora locale, e che spesso permettono in tali circostanze di ottenere le stime più accurate.
Le indagini entomologiche e botaniche consentono infatti in molti casi di colmare le inevitabili lacune derivanti dalla variabilità dei fattori in grado di influire sulla decomposizione.
L’entomologia forense si basa sul prelievo di specie di insetti in diverse fasi maturative dal cadavere e dall’ambiente; dal momento che il ritmo di colonizzazione è entro certi limiti prevedibile, è possibile in tal modo risalire all’epoca del decesso, con una precisione non altrimenti raggiungibile con altri metodi di valutazione. La botanica forense invece richiede la valutazione e la datazione delle radici, foglie, semi, etc. rinvenuti sul corpo, con la possibilità di ricostruire l’epoca di sepoltura o di esposizione all’ambiente esterno.

LESIONI E CAUSA DI MORTE
La determinazione della causa e della modalità di morte costituiscono quesiti di assoluta importanza nei casi giudiziari, sia in presenza di cadaveri ben conservati che in avanzato stato di decomposizione; presso il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense vengono applicate le tecniche di riproduzione ed analisi di lesioni su tessuti molli e su ossa, derivanti dalle diverse forme di lesività di natura traumatica (contusiva, d’arma bianca, d’arma da fuoco, asfittica), che vengono analizzate da un punto di vista morfologico e biomeccanico allo scopo di caratterizzare nella maniera più rigorosa possibile lo strumento e la modalità di produzione.
LESIONI DI NATURA CONTUSIVA
Il Laboratorio ha specificamente sviluppato metodiche per la ricostruzione delle caratteristiche generali dell’arma utilizzata e per il giudizio di concordanza di una determinata lesione con uno o più possibili strumenti eventualmente sequestrati dalle Forze dell’Ordine tramite esecuzione di calchi in materiali sintetici, allo scopo di riprodurre e preservare la morfologia e le dimensioni del reperto. Per il tessuto osseo inoltre il calco eseguito consente di ricostruire in maniera fedele le caratteristiche generali dello strumento che ha prodotto la lesione. Tale metodica consente spesso di trarre indicazioni preziose in ordine ad un possibile giudizio di concordanza con lo strumento.

 

Si studiano inoltre le tematiche di recente sviluppo riguardanti la radiologia forense con studi mirati alla verifica della precisione della diagnostica per immagini nell’osservazione delle fratture ossee.
Il Laboratorio conduce inoltre numerose linee di ricerca, a partire dagli esperimenti controllati di riproduzione dinamica delle lesioni di natura contusiva, che mirano alla ricostruzione biomeccanica dei meccanismi di produzione delle singole lesioni. Sulle lesioni contusive cutanee ed ossee vengono inoltre effettuate indagini di microscopia elettronica a scansione (SEM) abbinata a spettroscopio EDX (energy dispersive X-ray) per la migliore visualizzazione delle caratteristiche morfologiche e per la ricerca di residui metallici rilasciati dallo strumento utilizzato.

  

 

LESIONI D'ARMA BIANCA
Nel caso di lesioni d’arma bianca, l’esecuzione di calchi in silicone consente di ottenere informazioni precise sul profilo del filo e lo spessore della lama. Il calco consente, oltre alla riproduzione del profilo della lesione, di prelevare eventuali particelle metalliche liberate dallo strumento e depositate sulla superficie della cute; l’applicazione del SEM-EDX permette di risalire talvolta alla composizione dei metalli prelevati.
Tale metodica costituisce uno degli strumenti più utili per effettuare un giudizio di concordanza fra lesione e strumento. Lo studio della lesività d’arma bianca comporta un livello di complessità ulteriore nei casi di depezzamento, ove si possono ottenere informazioni specifiche sugli strumenti utilizzati e ad avere un’indicazione sulla modalità con la quale il depezzamento è stato eseguito.

 

   

   


Il Laboratorio inoltre esegue ricerca nell’ambito dell’indagine morfologica e radiochimica delle lesioni d’arma bianca su materiale carbonizzato.

  


LESIONI D'ARMA DA FUOCO
Nel caso delle lesioni da colpo d’arma da fuoco, viene effettuato lo studio dei residui liberati dallo sparo che consentono, anche su materiale osseo carbonizzato, di dirimere ad esempio, la diagnosi di foro d’entrata. Se si possiedono inoltre indicazioni sull’arma utilizzata, è possibile dall’indagine dei residui risalire alla distanza di sparo. Il Laboratorio si avvale per lo studio delle lesioni da colpo d’arma da fuoco, attraverso le sue collaborazioni, della microscopia elettronica a scansione e spettroscopia EDX (Energy Dispersive X-ray analysis) che garantiscono l’analisi e la diagnosi di composizione di ogni residuo metallico presente sul campione.

  

 

LESIVITA' ASFITTICA
Il Laboratorio si occupa inoltre di studio e ricerca nell’ambito della lesività asfittica; tale termine include diverse modalità lesive, fra le quali l’impiccamento e lo strangolamento, e l’annegamento. Nei soggetti impiccati e strangolati, ove si verifica la compressione di un cingolo (corda, laccio, etc.) intorno al collo, vengono eseguiti calchi in silicone della lesione cutanea in modo da riprodurre la morfologia del mezzo utilizzato e raccogliere eventuali residui rilasciati sulla cute. In tal modo è possibile fornire alcune indicazioni generiche in merito allo strumento utilizzato e la modalità lesiva.
Nei casi di annegamento invece si effettua una ricerca qualitativa e quantitativa delle diatomee presenti nei tessuti, con microscopia ottica e SEM; tale tipo di indagine, seppur estremamente aspecifica, consente di trarre generiche indicazioni in merito alla diagnosi di annegamento, quesito di non facile soluzione, soprattutto in presenza di resti scheletrizzati ove i pur aspecifici segni ravvisabili nei tessuti molli non sono più osservabili.
LESIVITA' TOSSICOLOGICA
Il Laboratorio inoltre collabora con esperti tossicologi per valutare la sopravvivenza di sostanze tossiche in tessuti ossei e decomposti.